Caro Ministro,
soltanto due parole. Passi per i Suoi "tagli" che magari sono temporanei (il mio "stipendio" di professore a contratto alla Sapienza di Roma è passato da 900 Euro per un anno di lavoro a 450, ma tanto con me i Suoi tagli non funzionano: non mi faccio pagare da tre anni). Passi per la gaffe sui neutrini che magari è opera di qualche giovane stagista del Suo staff (la qual cosa però dimostrerebbe quanto è stupida la politica dei tagli alla cultura). Passi per le Sue dichiarazioni trionfalistiche sul risanamento del sistema universitario. Ma questa volta non Le sembra che ci sia materia di cui vergognarsi? Parlo della vicenda di Stefano Brizzolara, ricercatore dell'Università di Genova che proprio in questi giorni ha deciso di andarsene non potendo certamente rifiutare una cattedra di professore al MIT di Boston, il posto più ambito del mondo per un ingegnere, e avendo perso contemporaneamente il concorso di professore associato in un'università, quella di Genova, che è al 391° posto come qualità secondo le stime internazionali. Nonostante i Suoi tagli, Ministro, Brizzolara aveva procurato all'università commesse per un milione di Euro con le sue ricerche. Stiamo parlando dei progetti sulle navi ad alta velocità, progetti che avremmo potuto realizzare noi. Ora queste ricerche verranno realizzate negli Stati Uniti. Ci pensi un attimo. Si metta una mano sulla coscienza: se questo patrimonio scientifico, questa capacità creativa, questo genio, fosse rimasto in Italia avrebbe potuto rilanciare la nostra industria navale contribuendo perfino alla rinascita della nostra economia. È un risultato di cui andare fieri? No, direi che è l'ennesima giornata di lutto per la nostra ricerca. Ma Lei, come Ministro e come italiana, si vergogna qualche volta? Noi tutti molto spesso. E siamo stanchi di farlo anche per Lei.
Non possiamo più augurarLe buon lavoro, viste le premesse.
Bruno Ballardini