La rinascita della penna stilografica: è boom per l’Italia

Dopo esserci assuefatti alla tastiera da decenni, stiamo tornando a scrivere a mano. Sui tablet, ma non solo. Soprattutto sulla carta. E per questo motivo si assiste oggi all’incredibile rinascita della penna stilografica. È un fenomeno mondiale. Non è per snobismo, ma proprio per passione, gusto, e perfino per la necessità di un’alternativa al computer. Alla lunga, infatti, il monitor indebolisce la vista. Viceversa, la penna a sfera non è mai stata un’alternativa per chi scrive molto: fa venire i crampi alla mano.

Dunque, sempre più persone stanno riscoprendo i vantaggi e il piacere di scrivere con una stilo: il tocco sulla carta è riposante e si abbatte drasticamente la quantità di ore passate davanti al computer. Al centro di questa rinascita c’è una piccola azienda di casa nostra, la Leonardo Officina Italiana, guidata da Salvatore Matrone, che sta offuscando i grandi marchi internazionali e rilanciando l’immagine della penna stilografica italiana artigianale nel mondo: le penne Leonardo sono diventate oggetti di culto.

Questione di marketing?

No. Ci sono marche storiche che con un marketing spregiudicato sono riuscite a mettere in mano a personaggi famosi le loro penne più costose. Pensiamo a Montblanc con Johnny Depp e Salman Rushdie, o Montegrappa con Sylvester Stallone e Debra Messing. Incredibile a dirsi, la Leonardo non ha marketing: il suo crescente successo sulla scena internazionale si fonda tutto sul genio di Salvatore Matrone e la bravura degli artigiani che lavorano con lui. In più, Salvatore è figlio d’arte ed erede di Ciro Matrone, il fondatore della Delta, che segnò un successo mondiale con la sua “La Dolce Vita”. Una grande storia dietro le spalle, dunque.

All’inizio, Salvatore Matrone ha puntato tutto su due soli modelli: Momento Zero (nome ispirato all’attimo in cui ci si trova davanti al foglio bianco, prima di scrivere), e Furore, che prende il nome da uno splendido fiordo sulla costiera amalfitana. Il primo, a cuspide, rende omaggio alle penne che hanno stabilito l’eccellenza italiana, come la Omas (con la clip con la rotellina, inventata negli anni ’30 per non usurare il taschino). Il secondo è una ogiva, ma con un restyling che la rende più elegante e meno banale delle ogive classiche, le Montblanc e le giapponesi, per intenderci.

Dai modelli base sono nate la Momento Magico e  la Supernova, e fiorite mille variazioni. Le collezioni, si contraddistinguono tutte per l’ineguagliabile gusto nei cromatismi, l’impiego di materiali pregiati come l’ebanite e la celluloide, o le resine più spettacolari. Elegantissima anche la scelta dei fregi sulle verette, e delle finiture in oro, palladio, o rutenio. Le penne sono lavorate al tornio da barra piena e curate una per una come si faceva una volta. Per ultimo, viene il settaggio dei pennini: se ne occupa Salvatore Matrone in persona per garantire un’esperienza di scrittura straordinaria. La garanzia è a vita. La qualità è totale.

Il risultato di tutto questo lavoro?

È presto detto. Ogni nuova collezione va a ruba in negozio, e ogni edizione limitata, appena annunciata, va quasi subito esaurita nelle prenotazioni, prima ancora di uscire. Poteva andare diversamente? Col senno di poi (ma anche con quello di prima), era scontato. Vien voglia di aggiungere che sono questi i modelli a cui dovrebbero ispirarsi gli imprenditori italiani per far rinascere, oltre alle penne stilografiche, il Paese intero. A buon imprenditor, poche parole.

La rinascita della stilografica italiana

L’ultimo successo della Leonardo, la Momento Zero Galaxy Grande con pennino in titanio.

  • Emanuela Piemontese |

    Oltretutto, l’uso della penna stilografica ha altri vantaggi. Sul piano della forma aiuta a riflettere qualche secondo in più, avendo bisogno di una maggiore lentezza bel procedere. Due: sul piano psico-cognitivo e linguistico incoraggia l’uso del corsivo, per molti aspetti (anche scientifici), da incoraggiare in tutti, bambini e adulti.

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