Si chiama Imollo (si pronuncia aimollo) ed è un'invenzione tutta italiana. Una piccola applicazione basata sul cloud che fa diventare improvvisamente primitive quelle oggi più diffuse per condividere file e scambiarsi messaggi, e lascia intravedere anche il declino della posta elettronica. Ormai s'è visto: l'email non è affatto la cosa migliore per trasferire file di grosse dimensioni, è lenta, vulnerabile, inefficiente, soggetta a spam. Imollo straccia anche le piattaforme alternative come Yousendit o Dropbox: funziona anche se l'utente cui abbiamo spedito il file non è online.
Abbiamo già avuto un exploit di questo genere con Fabrizio Capobianco e il suo Funambol: da una piccola idea applicativa è nata una grande compagnia e il nostro connazionale si è trasferito ormai stabilmente negli Stati Uniti. Imollo sarò un altro grande successo, forse ancora più grande. Lo dimostrano Unicredit e Confindustria che hanno scelto Imollo tra le più innovative startup italiane, assegnandole il prestigioso premio “Talento delle idee”.
Peccato che Telecom Italia, il massimo player italiano in tema di cloud, abbia sottovalutato l'opportunità di sostenere un vivaio di sviluppatori di applicazioni cloud anche a livello consumer e non solo occuparsi di corporate. Sono queste applicazioni che alla fin fine fanno la "cultura del cloud", non certo i convegni o i portali dedicati al dibattito sul tema. Chissà che l'entusiasmo dei nostri sviluppatori non contagi anche i vertici Telecom che finalmente decideranno di investire un po' di più nella ricerca di base e nella creatività, dimostrando una lungimiranza che finora non hanno avuto.
«Metteteci alla prova – dice Raffaele Lafortezza, ideatore del progetto – scaricate gratuitamente Imollo, nella versione beta da www.imollo.com e sin dal primo utilizzo capirete che siamo di fronte a una vera e propria rivoluzione». In effetti è rivoluzionario: basta cliccare su Imollo, trascinare il file che volete spedire sull'icona del tunnel che sembra essersi aperto come per magia sul vostro desktop, e il file arriva dall'altra parte. Come in "Stargate". Sono queste le cose che fanno sperare in una rinascita dell'Italia.